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7 settembre 2014 : proiezione di 莺歌燕舞 (Yīng gē yàn wǔ - L'usignolo canta, la rondina balla) al Portobello Film Festival di Londra.

Le opere sono state presentate essenzialmente fuori dal circuito commerciale, sanza interessare la stampa, nemmeno quella alternativa, ad una sola eccessione qui sotto :


JESCE SOLE
Frammenti di vite frammentate

E' un piacere poter recensire un film come Jesce Sole.
Innanzitutto è un'opera al di fuori dal contesto di finanziamento che caratterizza tanto cinema di oggi, con soldi più o meno a fondo “perduto” (di nome e di fatto!), con prevendite costosissime di diritti di antenna, con opportunità date ad una ristretta cerchia di addetti che talvolta non hanno più niente da dire a livello artistico ed espressivo o non sono gli artisti migliori a cui elargire fondi. C'è tanta gente brava, non particolarmente famosa, che vanta esperienze di spettacolo e di vita vissuta di grande importanza, e ci sono giovani che non possono esibire curriculum di grande impatto ma hanno voglia di fare, talento e competenze.

Jesce Sole – Frammenti di vite frammentatedi Kadour Naimi è l' “altro cinema”, quello che nasce dai frammenti di cinema dell'industria cinematografica nostrana, dove un grande professionista realizza un film con i suoi mezzi, con i suoi sforzi, con il suo talento e la sua creatività, circondandosi di un gruppo di validi collaboratori.
Se il cinema “made in italy” volesse aiutare delle realtà sane e libere da “clientele” varie farebbe bene a sostenere film come questi, che squarciano le nubi di polvere della cultura nostrana e vivono di emozioni e lavoro, come “Jesce Sole”; ci sarebbe solo da guadagnare: in termini di “pulizia”, in termini di lavoro, di crescita imprenditoriale e artistica, ecc.
Il film racconta le storie di alcuni protagonisti che vivono una vita alla ricerca di sé stessi, nel caos e nell'alienazione della vita quotidiana; ognuno prova a sondare una propria dimensione e una propria identità nelle difficoltà dell'esistenza, amplificata dagli ostacoli che incontra chi vive lo status di immigrato/a, tra scelte obbligate come delinquenza o prostituzione; talvolta sono semplicemente le “cattiverie” della vita, che ai nostri occhi ci sembrano ingiustificate, a confonderci o metterci in difficoltà. E' davvero così o tutto può avere un senso. Al di là di ogni considerazione un senso tutto lo ha se noi glielo attribuiamo.
Interessanti i volti “veri” degli attori, e emozionanti diverse scene, in alcune delle quali si avverte l'atmosfera tipica di Piazza Vittorio a Roma, vero nuovo centro nevralgico della città, dove nascono nuove tendenze, movimenti culturali e manifestazioni libere da logiche perverse.

Settembre 2006
Gino Pitaro


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